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  • Immagine del redattoreCarlotta Pizzi

Mindfulness a scuola. Perché il benessere è una competenza da coltivare.


Dopo tante formazioni su didattica e digitale, ieri mattina sono tornata in classe al Liceo Bertolucci per parlare di emozioni.


Sono stata invitata a intervenire all'interno di un progetto dedicato al benessere a scuola.



Abbiamo parlato, e parleremo nel corso dei due prossimi incontri, di Mindfulness e respiro, ma anche di comunicazione.


Una bellissima occasione di dialogo e confronto con gli adolescenti, per raccontarci cosa ci faccia sentire sotto pressione, cosa ci preoccupi, cosa sembra correre sempre troppo veloce, quanto sia difficile sospendere il giudizio su noi stessi, gli altri e ciò che si vive.


Dico sempre che l'intelligenza emotiva dovrebbe diventare materia scolastica, fin dalla primaria e per tutta la secondaria. Perché le emozioni sono alla base dei nostri processi relazionali, conoscitivi ed esperienziali.


La Mindfulness ci ricorda di vivere il presente. Di respirare, con consapevolezza e amore.

Di non sovraccaricare di significati stressogeni ogni cosa che facciamo, ogni pensiero che ci attraversa. Di rallentare ed esprimere gratitudine, perché come dicono i Nativi Americani " Se arrivati a sera non abbiamo nulla per cui ringraziare, è colpa nostra".


Non sono cose piccole, nel mondo di oggi, piccole questioni. Possono fare una grande differenza per la nostra salute mentale. E l'incontro di stamattina mi ha dimostrato che le nuove generazioni sono aperte al tema della cura di sé, sono stanche di immaginare un mondo all'insegna della performance e soprattutto, hanno un immenso, profondo bisogno di dialogare, confrontarsi e riflettere sul valore delle piccole cose, dell'essenza.



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